PSICOLOGIA A BORDO CAMPO – Musica e sport: il battito che guida la performance

Immagina un atleta che, con le cuffie nelle orecchie, si prepara a entrare in campo. La musica che ascolta non è solo un sottofondo: è un alleato strategico che modula emozioni, sincronizza movimenti e potenzia la concentrazione. Dalla pista di atletica alla sala pesi, la musica si rivela uno strumento potente nella preparazione mentale e fisica degli sportivi. Ma quali sono gli effetti concreti della musica prima, durante e dopo l’attività sportiva? La psicologia dello sport offre risposte affascinanti.


Numerosi studi hanno evidenziato come la musica possa stimolare la motivazione, aumentare il senso di efficacia, preparare all’azione, modulare lo stato emotivo e favorire lo sviluppo di uno stato attentivo che dissocia l’individuo da stimoli esterni distraenti, creando così il perfetto ambiente per la produzione dello stato di flow. La musica diventa quindi uno strumento psicologico capace di orientare l’atleta verso la massima espressione delle proprie potenzialità.

Indipendentemente dal genere musicale, che rimane una scelta soggettiva e influenzata da fattori culturali e personali, la caratteristica più importante nel determinare l’efficacia della musica sulla performance sportiva è il tempo, ovvero la velocità della musica espressa in battiti per minuto (BPM). La letteratura individua tre principali categorie di tempo musicale: il fast tempo (120-168 BPM), il moderate tempo (108-120 BPM) e lo slow tempo (68-108 BPM). Il fast tempo, in cui rientrano stili musicale come il rap e il rock, è ideale per aumentare lo stato di attivazione, migliorare le capacità fisiche percepite e diminuire il senso di stanchezza. In particolare, utilizzare una musica caratterizzata da un andamento progressivo, da slow a fast tempo, si è dimostrato particolarmente efficace durante il riscaldamento, poiché prepara il corpo e la mente all’azione per i primi momenti di gara. Il moderate tempo, in cui possiamo individuare canzoni di natura pop e reggae, invece, risulta utile per mantenere un ritmo costante durante l’attività, favorendo la resistenza e la concentrazione. Dopo l’esercizio o una competizione, la musica può infine svolgere un ruolo terapeutico. L’ascolto di brani caratterizzati da un tempo lento (stile indie o classico) aiuta a riportare gradualmente il corpo e la mente in uno stato di calma, favorendo un recupero più rapido e completo. Ridurre i livelli di cortisolo, favorire il rilassamento muscolare e migliorare l’umore sono solo alcuni dei benefici associati a questa fase di ascolto consapevole.


Un altro aspetto sorprendente riguarda la sincronia tra musica e movimento: quando il gesto atletico si armonizza con il ritmo della musica, l’apprendimento tecnico e la coordinazione motoria migliorano in modo significativo. Seguire un ritmo esterno, infatti, non solo rende l’esercizio meno faticoso ma stimola la fluidità dei movimenti, ottimizzando la prestazione con un minore dispendio energetico.
Nella prospettiva della psicologia dello sport, è fondamentale, però, mantenere una visione d’insieme: La musica non è la chiave unica del successo, ma uno degli ingranaggi che, insieme all’allenamento fisico, tecnico e mentale, contribuiscono a rendere l’atleta più preparato ad affrontare con resilienza le proprie sfide.