Stai facendo quell’esercizio che ti viene tanto difficile, lo hai già provato un paio di volte e la situazione è solo peggiorata. Sai che se sbaglierai di nuovo, il coach ti sgriderà e le tue compagne ti guarderanno infastidite, ti senti giudicata. Tutti gli sportivi possono rivedersi in questa situazione, che sia durante l’allenamento o una partita, accompagnati da quella sensazione di inadeguatezza che si nasconde dietro l’errore. La psicologia, ed in particolare la psicologia dello sport hanno studiato a fondo i gruppi di lavoro e le squadre sportive individuando un particolare fattore che è determinante nell’evitare che l’esempio sopra descritto si verifichi: la sicurezza psicologica. La sicurezza psicologica è il fondamento necessario affinché i giocatori possano sentirsi abbastanza sicuri da prendere in considerazione di poter errare e poter sbagliare così da poter migliorare senza riserve. Più nello specifico è definita da una sensazione o un clima in cui l’individuo, all’interno di un gruppo squadra, può sentirsi apprezzato e a suo agio, ma può comunque parlare e correre rischi senza paura di ritorsione, imbarazzo, giudizio o conseguenze per sé o per gli altri, promuovendo così apprendimento e innovazione. Il tutto è racchiudibile nella domanda: “I miei atleti si sentono abbastanza sicuri di poter esporre un proprio pensiero o di prendersi rischi? “ Nel corso degli anni sono stati pubblicati diversi articoli scientifici che hanno cercato di identificare le caratteristiche e i fattori che danno forma a questo costrutto psicologico. Prendendo in considerazione quanto espresso in alcuni dei riferimenti più recenti, i gruppi sicuri psicologicamente si definiscono per i seguenti attributi:
A differenza di quanto possa sembrare, la sicurezza psicologica è un qualcosa di raggiungibile con alcune accortezze alla portata di tutti:
- Un ambiente in cui gli atleti possono denunciare comportamenti scorretti, porre domande, cercare feedback o proporre una nuova idea.
- Percezione che le proprie preoccupazioni e i propri pensieri vengano accolti e presi in considerazione
- Relazioni tra atleti e coach incentrate sul rispetto e sulla valorizzazione dell’individuo
- Un clima emotivo volto all’incoraggiamento, al rinforzo dei gesti svolti correttamente e allo sviluppo di comportamenti di cura
- Accogliere il conflitto come momento per arricchire il processo, assicurandosi che ogni membro si senta a proprio agio all’interno della discussione.
- Ci si assicura che nessuno sia lasciato indietro e che tutti abbiano chiaro l’obbiettivo.
In conclusione, la sicurezza psicologica dimostra di avere, nel contesto di squadra, un ruolo chiave nel raggiungimento di una cultura del successo sana e volta al miglioramento continuo.
- Prediligere una comunicazione chiara per quanto riguarda richieste, correzioni e indicazioni, specificando il tipo di comportamento che si vuole ottenere
- Correzioni dell’errore incentrate sul gesto e non sulla persona, evitando commenti svalutanti
- Chiedere pareri e pensieri
- Rinforzare i comportamenti, i gesti e le scelte eseguiti correttamente
- Ricordarsi che quando qualcuno sta avendo una prestazione sottotono probabilmente ne è già consapevole e non sa come risollevarsi
- Definire obiettivi raggiungibili in modo concreto, specifici e chiari ad ogni membro del gruppo